Museo di Marengo – 225 anni fa la battaglia di Marengo. Viaggio sulle tracce del mito napoleonico

museo di marengo - le commemorazioni per il 225º anniversario della battaglia di marengo.

Secondo la leggenda, Napoleone era così legato alla battaglia di Marengo da ricordarla anche in punto di morte. 225 anni dopo, quella vittoria contro gli austriaci rivive nel cortile del complesso monumentale alle porte di Alessandria, il più antico museo napoleonico al mondo. Carlo Alberto Ghigliotto, associazione 51ème DB de Bataille: “La mattina del 14 giugno, Napoleone si schiera a Est del Bormida. Gli scontri durano sino a sera. L’esito sembra certo, si profila una sconfitta dei francesi, ma arriva in tempo una colonna del comandante Desaix“.

È la svolta insperata, che consegna l’Italia a Bonaparte. Il suo quartier generale si trovava a Torre Garofoli, in una cascina oggi diroccata. Di fronte c’è la chiesetta di sant’Agnese e Santa Giustina. Da qui ci spostiamo nel castello di Piovera. Merli, fossati e scuderie di origine medievale, trasformato poi in residenza dalla famiglia Balbi di GenovaAlessandro Calvi di Bergolo, proprietario del castello di Piovera: “Quando nel 1821 morì Napoleone, fece verniciare di nero tutti gli intonaci del castello. Oggi è blu perché ha perso il pigmento, ma è molto rara e particolare”.

I segni dell’età napoleonica si ritrovano ovunque in queste terre a ridosso del Bormida. Nel parco del museo c’è un ossario che ricorda i Prodi di Marengo, cioè i suoi caduti, mentre il percorso espositivo inizia da una piramide che richiama quella del Louvre. Efrem Bovo, manager complesso di Marengo: “Una Piramide perché la volle proprio Napoleone, che venne nel 1805 dicendo: ‘Si salga di pietra in pietra in memoria dei caduti’”.

Così è stato. Questo luogo racconta un pezzo importante e controverso della storia europea, ma è anche meta di turismo e centro culturale. Per celebrare i 225 anni della battaglia, nel museo è stata allestita una mostra di opere ispirate a Napoleone e realizzate dai maestri del disegno orafo di Valenza. L’ha visitata per noi Maria Elena Spagnolo, con interviste a Giulia Gallina, curatrice mostra, e Liviano Bellini, Valenza nei marchi.

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ANNAMARIA AIMONE